Goodwood 2011, indimenticabile festa per l'Alfa Romeo


Dopo il Centenario dell'Alfa Romeo il Festival of Speed di Goodwood 2011 è stato teatro di altri due anniversari che hanno visto direttamente coinvolto il marchio: il centenario della nascita di Juan Manuel Fangio, cinque volte iridato in F.1 e pilota ufficiale Alfa Romeo, e i sessant'anni della vittoria del Campionato del Mondo di F.1 dell'Alfetta 159, guidata proprio da Fangio.

Presso il Cathedral Paddock sono state esposte quattro preziose automobili del Museo Storico Alfa Romeo - Alfetta 159 (1951), 6C 3000 CM (1953), 6C 1750 Gran Sport (1930) e 33 TT 12 (1975) - che affronteranno la principale attrazione del Festival of Speed: l'impegnativo percorso Goodwood Hillclimb. Il tracciato di quasi 2 chilometri inizia con una strada costeggiata da alberi attraverso l'angolo meridionale della Goodwood Estate, per poi svoltare impetuosamente davanti alla Goodwood House prima di inerpicarsi su una strada irta e stretta racchiusa tra muri di pietra e fitti boschi verso l'ippodromo di Goodwood, che domina sulla cima delle maestose South Downs. Senza dimenticare che il dislivello del tracciato, dall'inizio alla fine, è di quasi 100 metri ed è particolarmente tecnico e difficile, al punto di mettere a dura prova le doti di concentrazione e velocità dei migliori piloti del mondo.

La monoposto "159", appartenente al Museo Storico Alfa Romeo, col suo otto cilindri in linea da 1,5 litri sovralimentato da 425 CV rappresenta una tra le più prestigiose monoposto di F.1 ancora funzionanti, in stato di assoluta originalità tecnica e conservativa. L'esemplare del Museo Alfa Romeo è uno tra le "159" guidate proprio dal campione argentino, atto definitivo di una vettura nata nel 1938 come "158", messa a punto nell'immediato dopoguerra e iridata nel 1950 in F.1 con Giuseppe "Nino" Farina ed evoluta in "159" per la stagione successiva, l'ultima prima del ritiro ufficiale dell'Alfa Romeo nella massima formula per concentrarsi sulla realizzazione di quella che sarebbe stata la "Giulietta".

Ma il tributo a Juan Manuel Fangio non si focalizza solo sull'Alfetta: anche la "6C 3000 CM", spider da competizione dotata di un sei cilindri in linea da 3,5 litri con 275 CV, è stata guidata con successo dall'argentino. Oltre alla sfortunata Mille Miglia del 1953, nello stesso anno, Fangio porta alla vittoria la "3000 CM" al "Gran Premio Supercortemaggiore" di Merano: si tratta proprio dell'esemplare appartenente al Museo Alfa Romeo, modificato nel 1955 dalla stesso "Reparto Esperienze" dell'Alfa con l'adozione dei freni a disco.

Se Fangio si identifica nell'Alfetta e nella 3000 CM, un altro campione - probabilmente quello che più di altri ha infiammato le folle - può essere rappresentato dalla "6C 1750 Gran Sport" del 1930, all'esordio al Festival of Speed: si tratta di Tazio Nuvolari che con la "millesettecinquanta" ha vinto, in coppia con Guidotti, la Mille Miglia del 1930, stabilendo anche il record di 100 km/h di velocità media su tutto il percorso. La "6C 1750 Gran Sport", carrozzata da Zagato, con i suoi caratteristici "tre fari rossi" e col suo sei cilindri in linea sovralimentato, è una tra le Alfa Romeo anteguerra più famose e inconfondibili, anche agli occhi dei "meno" appassionati.

Un'altra vettura praticamente inedita e anch'essa per la prima volta a Goodwood è la "750 Competizione", esemplare unico del Museo Alfa Romeo: si tratta di una spider da corsa realizzata nel 1955 per partecipare alle gare nella categoria "Sport fino a 1,5 litri". La denominazione "750" ne tradisce l'origine: il motore bialbero a quattro cilindri deriva dal "milletrè" della stessa "Giulietta Sprint" che, in un corpo vettura di soli 690 kg, con 145 CV lancia questa spider-corsa a 220 km/h (138 mph). La linea è anch'essa un inedito: il disegno, a cura di Boano, interpreta in modo personale gli stilemi Alfa Romeo, differenziando lo stile della vettura delle altre Alfa dello stesso periodo.

Ultima, ma non per importanza, la "33 TT 12", Campione del Mondo Marche nel 1975, guidata dai più importanti top-drivers dell'epoca, da Arturo Merzario (il migliore interprete della vettura) a Mario Andretti (stagione 1974), da Henri Pescarolo a Jochen Mass, da Derek Bell a Jacques Laffite. La vettura, oltre ad essere contraddistinta da una veste estetica molto particolare, è dotata del dodici cilindri "boxer" di tre litri da 500 CV progettato dall'Autodelta dell'ingegnere Chiti. La "TT 12" del Museo Alfa Romeo è una delle più assidue frequentatrici del Festival of Speed e, la sua presenza scenica le permette di non passare inosservata, anche accanto alle " Gruppo C" degli anni 80 e ai "Prototipi" degli anni 90.


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