Gian Paolo Garcèa, uno dei papà dell'Alfa Romeo


Personaggio carismatico, poliedrico e con una spiccata personalità artistica, Gian Paolo Garcèa è stato uno dei “creatori” dell’Alfa Romeo, almeno di quella - nata l’indomani del secondo conflitto mondiale - che ha saputo abbinare l’eccellenza del prodotto, un’attività sportiva vincente, una fortissima capacità di affascinare, con una dimensione industriale. Nato a Padova il 10 giugno 1912, si laurea in ingegneria meccanica e, già l’anno successivo, si trasferisce a Torino dove una borsa di studio dell’Alfa Romeo gli permette di conseguire una seconda laurea, in ingegneria aeronautica. Suo compagno di corso, ed amico, sarà Orazio Satta Puliga. Nel 1935 invia una domanda di assunzione a Ugo Gobbato e, in Agosto, inizia a lavorare al Portello, nel reparto motori aeronautici (l’Alfa era stata militarizzata proprio quell’anno).

Nel 1936, mentre Wifredo Ricart riorganizza la progettazione creando il Servizio Studi Speciali e la Direzione Progetti ed Esperienze, Garcèa prende il posto di Cattaneo proprio alla “Esperienze”, che guiderà a partire dal 1941. Ricart lascia l’Alfa Romeo (e l’Italia) nel 1945, sostituito da Satta (Garcèa rinuncia all’incarico). è l’inizio di una nuova era. Le Esperienze di Garcèa seguiranno la trionfale epoca delle Alfette “mondiali” e lo sviluppo di tutte le vetture, i mezzi pesanti e i motori del dopoguerra. Nel 1956 viene nominato Responsabile del Centro Sudi e Ricerche e quindi “vice” di Satta nella Direzione Progetti ed Esperienze. Lascerà l’Alfa per il pensionamento nel 1977, ma la sua consulenza proseguirà ancora per anni.

Gian Paolo Garcèa muore a Milano il 28 aprile 1987, lasciando oltre cinquanta brevetti a molte - leggendarie - Alfa Romeo.

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