“Cavalli marini”, la motonautica Alfa Romeo in mostra


Cinque titoli mondiali, i primi due campionati di Formula 1 della storia, 11 Mille Miglia, 10 Targa Florio, centinaia di altri trionfi nelle categorie Sport e Turismo: la storia sportiva di Alfa Romeo su strada e su pista è nota. Meno conosciuta è invece un’altra pagina di storia, quella scritta sull’acqua. Tecnologie e innovazioni sviluppate da Alfa Romeo, infatti, sono state impiegate anche nella motonautica, sport avvincente quanto l’automobilismo e capace di calamitare gli entusiasmi del pubblico. Dagli anni Trenta agli anni Ottanta, Alfa Romeo è stata tra i protagonisti assoluti anche in questo campo. Sono stati adattati all’uso marino motori aeronautici e automobilistici, di serie e da competizione, derivati non solo dalle leggendarie Alfette durante e dopo la loro carriera automobilistica, ma anche da Giulietta, Giulia GTA, Montreal, 2600 e altri. Fra record e titoli mondiali, europei e italiani nelle diverse classi, Alfa Romeo ha vinto sull’acqua quasi quanto in pista e su strada.


Nell’anno del 110° anniversario Alfa Romeo, il Museo di Arese rende omaggio a questo capitolo affascinante e non ancora pienamente esplorato con una esposizione dal titolo «Cavalli marini», citazione di un articolo pubblicato sulla rivista Quadrifoglio nel 1973. In mostra, dal 17 ottobre 2020 al 21 febbraio 2021, imbarcazioni e oggetti che raccontano l’«altra vita» dei motori del Biscione, dalle competizioni al trasporto pubblico, dai mezzi militari alle barche da diporto, fino ai motopescherecci utilizzati a cavallo della II° guerra mondiale per rifornire le mense aziendali.

Marchio storicamente legato al mondo delle competizioni, Alfa Romeo ha un ricco palmarès anche nella motonautica. Da sole, 9 delle 10 imbarcazioni esposte in mostra (la decima è un esemplare da diporto) hanno collezionato nelle varie categorie qualcosa come 11 record del mondo, 6 campionati mondiali, 7 europei e 9 italiani, oltre a 5 medaglie d’oro del Coni. L’esposizione ripercorre tutti i tipi di motorizzazione che hanno dominato la motonautica: dalle leggendarie Alfetta alle varie declinazioni del bialbero, fino alla Montreal e al Tipo 33.

In campo motonautico i motori, modificati in versione marina, erano spesso dati in esclusiva solo in uso temporaneo e gestiti sui campi di gara direttamente dal reparto corse Alfa Romeo. E’ il caso, ad esempio, dei motori delle Alfetta. Così la mostra è l’occasione per una storica rentrée: l’incontro tra Arno II° - un filante monoscafo costruito dai cantieri Picchiotti di Viareggio nel 1946, appositamente restaurato, dopo 70 anni, per questa esposizione - e il motore che all’epoca montava, quello della Alfetta 158. Un propulsore che, quando nel 1950 regalò ad Alfa Romeo il primo titolo di Formula 1 della storia, sull’acqua aveva già vinto tre campionati del mondo, un titolo italiano, aveva battuto il record mondiale di velocità e molto altro, con Achille Castoldi come pilota.


Proprio Castoldi aveva ottenuto sin dal 1938 l’uso in esclusiva in competizioni motonautiche del motore 158. E fu sempre lui nel 1943 a mettere in salvo alcune delle Alfette nascondendole nella sua fattoria di Abbategrasso, al riparo da bombardamenti e requisizioni.

Arno II° fu pilotato persino da Achille Varzi, che salì sul podio della Luino Cup nel 1948. Alla fine del 1949, con l’arrivo dei rivoluzionari «tre punti», fu messo a riposo, senza motore, e mai più utilizzato. Ma il propulsore non andò in pensione: nella sua versione stradale vinse i primi due titoli nella storia della Formula 1, nel 1950 con Nino Farina e nel 1951 con Juan Manuel Fangio. Quando, l’anno successivo, Alfa Romeo si ritirò dalla F1, per il motore delle Alfette iniziò una nuova, straordinaria avventura. E a testimoniarla, in mostra è presente il Laura 1°, che insieme a Moschettiere, Tamiri e Laura 3° - quest’ultimo addirittura spinto da due propulsori Alfetta in linea - ha scritto pagine memorabili di sport, con assi del calibro di Mario Verga, Ezio Selva e lo stesso Castoldi, accumulando vittorie in gara e record di velocità.

In esposizione anche altri esemplari dal palmarès impressionante: il Loustic 2, un entrobordo-racer della classe LV-1300 costruito dal cantiere Celli di Venezia e motorizzato con il motore 1300 della Giulietta AR530. Nel 1964 si aggiudicò 3 record mondiali di fondo delle 5, 10 e 15 miglia della sua classe.

C’è poi il Molinari-Alfa Romeo 2500, unico esemplare esistente, che nel 1966 vinse il titolo mondiale.

Costruito per il motonauta del team Agusta Fortunato Libanori, ha la carrozzeria in lega d’alluminio aeronautico fatta dal reparto Elicotteri Agusta. In onore alla collaborazione nel settore, la coda riporta la colorazione degli aerei di linea Alitalia. E ancora: lo scafo «Dalla Pietà – Alfa Romeo» che nella categoria Runabouts europei / Entrobordo sport vinse, tra il 1968 e il 1970, 3 titoli europei e due italiani. Esemplare unico, era stato costruito per Luigi Raineri, famoso preparatore di motori da corsa Alfa Romeo marini.

In esposizione anche «Molivio – Alfa Romeo GTA» su cui correva Leopoldo Casanova, pilota e recordman degli entrobordo motorizzati Alfa Romeo Autodelta: dal 1968 al 1972 vinse un titolo europeo, 4 titoli italiani, segnò per 4 volte il record del mondo di velocità in 3 classi.

Il «Celli» del 1970 è il primo dei 4 racers 2500 motorizzati con il Montreal-Autodelta marino ed era pilotata da Antonio Pietrobelli, famoso pilota vincitore per oltre 10 anni di titoli italiani, europei e mondiali di gare in circuito.

Completa la serie di motoscafi da corsa un racer costruito dai cantieri Lucini di Como per Franco Cantando, il Lucini-Alfa Romeo 2000 vincitore del record mondiale R3 nel 1974 e, l’anno successivo, campione del mondo. C’è infine il «Popoli-Alfa Romeo» della Collezione del Museo Alfa Romeo. Con questo scafo e motore Tipo 33 portato a due litri e mezzo da Autodelta, Leopoldo Casanova ha fatto registrare il record mondiale di velocità in classe KC 500 KG, tuttora imbattuto, alla media oraria di 225.145 Km/h.


La storia scritta da Alfa Romeo sull’acqua non è fatta solo di corse e record, ma anche di molto altro. A testimoniare l’impiego dei motori del Biscione in campo turistico c’è “Glauco”, un rarissimo monoscafo tradizionale da diporto Vidoli del 1932, eccezionalmente motorizzato da un altrettanto raro motore 6C 1750, classico tipo di barca da turismo delle famiglie agiate dell'epoca, proveniente dalla Collezione del Museo Barca Lariana di Como.

Le vittorie, le sfide ma anche la storia dei vaporetti di Venezia motorizzati Alfa Romeo o dei famigerati “barchini esplosivi” della Seconda guerra mondiale sono infine raccontati attraverso esemplari unici di modellini in scala, immagini storiche e una ricca raccolta di oggetti e documenti.

La mostra, che si avvale della generosa partecipazione di alcune fra le più importanti collezioni a livello internazionale e del Museo Barca Lariana – Lake Como International Museum of Vintage Boats, con il patrocinio della Federazione Italiana Motonautica-Coni, sarà visitabile nei giorni e orari di apertura del Museo (sabato e domenica dalle 10 alle 18) , ed è inclusa nel biglietto di ingresso.

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