Inossidabile come il bronzo, ecco la storia del monumento posto alla Fiera di Rho

Un Monumento per ricordare i cento anni dell’Alfa Romeo. Per stabilire qualcosa di eterno a Milano, la città che al Biscone ha dato i natali, ma soprattutto un gesto di riconoscenza – d’amore – tributato dagli Alfisti ad un Marchio capace come pochi di calamitare la loro passione.

Se è molto semplice creare un monumento per ricordare, per commemorare, ben più arduo è guardare al futuro, racchiudendo la storia, i valori e le radici di un Marchio che, appena festeggiato il suo centenario, deve – e vuole – scrivere nuove pagine. Non poteva che rappresentare un’automobile, certo. Ma quale? È possibile eleggere la più bella delle Alfa Romeo? No. L’amore non può ammettere le regole della democrazia. E nemmeno la vettura più rappresentativa, perché sarebbero troppe le sfaccettature degne di nota. Non la più vittoriosa né la più venduta.

E così la prima idea, quella della leggendaria 6C 1750 Gran Sport, viene abbandonata perché troppo legata al passato, mentre si fa sempre più vivo l’interesse per la 1900 C52 Disco Volante, con la sua carica di dinamismo, fascino e carisma che ne fanno quasi una vettura da sogno. Rivolta come non mai al futuro. Ma anche raffinata vettura-laboratorio, tanto dal punto di vista meccanico quanto da quello stilistico e aerodinamico.

Un progetto nato con le migliori intenzioni e le più alte ambizioni e poi interrotto e abbandonato per seguire le ragioni della politica aziendale. Per concentrare le non infinite risorse di un’industria che, nel giro dei pochi anni precedenti, ha toccato il fondo ed il culmine della sua storia – subendo i bombardamenti e i rischi di chiusura durante la Seconda Guerra Mondiale e vincendo i primi due Campionati del Mondo di Formula 1 – su un progetto solo, quello della Giulietta internazionale e l’idea del monumento si fa sempre più concreta. I soci, i club affiliati e tanti appassionati in tutto il mondo incominciano a fare le loro donazioni mentre, in un primo tempo, sono gli architetti milanesi Monica Mariani e Claudio Lo Passo ad ipotizzare le forme del monumento. In seguito, grazie anche all’interesse della Casa, il progetto passa al Centro Stile Alfa Romeo di Arese e si fa sempre più vicina l’idea di un’opera in bronzo.

Una volta scelto il soggetto – appunto la “Disco Volante” – si tracciano le prime linee, i primi bozzetti. Contemporaneamente alla “Il Cigno GG Edizioni” di Roma viene assegnato l’incarico della costruzione. Il Cigno GG Edizioni è una struttura organizzata ed affermata nel settore ed il suo presidente, Lorenzo Zichichi, avrà anche l’intuizione di unire all’arte del Centro Stile quella di Agostino Bonalumi, noto e stimato artista. Immancabilmente milanese.

Al Centro Stile, Ramon Sellers realizza i bozzetti, Luca Capuano l’interpretazione grafica ed Antonio Rosti segue il progetto definitivo. Intanto Agostino Bonalumi idea le due colonne che andranno ad affiancare la silhouette della Disco Volante. Gli ultimi “tocchi” e l’approvazione spettano invece a Lorenzo Ramacciotti, responsabile del Centro Stile Fiat Group Automobiles di Torino, che assorbirà, poco dopo, anche il Centro Stile Alfa, facendo del Monumento l’ultimo progetto della storica e leggendaria struttura di Arese. Il disegno definitivo si trasforma in stampo fra Arese e Torino e lo stampo parte poi alla volta di Roma, dove Il Cigno GG Edizioni provvederà alla preparazione dei controstampi, alla fusione, alla cesellatura, all’unione delle varie parti e alle rifiniture conclusive dell’opera.

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