Autodelta, ecco l'incredibile storia


Nata come società indipendente in collaborazione con l’Alfa Romeo, l’Autodelta diventerà in seguito un vero e proprio reparto corse per il Biscione ed accumulerà in poco più di dieci anni un immenso palmares in ogni categoria. Verranno curati lo sviluppo, la gestione sportiva, l’assistenza ai clienti e la progettazione di nuove vetture da competizione. 1963. Dopo l’esperienza con l’ATS, Carlo Chiti, insieme ai fratelli Ludovico e Gianni Chizzola, decise di fondare una piccola società con sede a Feletto Umberto, nei pressi di Udine, al fine di collaborare con Alfa Romeo nella costruzione delle Giulia TZ.

Alfa Romeo era infatti intenzionata – per volontà di Giuseppe Luraghi – ad affidare all’esterno la costruzione e la gestione delle vetture da corsa, che sarebbero tornate in pista, dopo il ritiro della squadra ufficiale nel 1951, con il Campionato del Mondo di Formula 1 vinto da Juan Manuel Fangio al volante della Tipo 159 “Alfetta”.

Dopo aver utilizzato per poco tempo il nome “Delta-Auto”, il 5 Marzo 1963 Chiti e Ludovico Chizzola registrarono la nuova società con il nome “Autodelta”. Al termine dell’incarico per la costruzione della TZ e TZ2, la collaborazione continuò per la gestione sportiva e per la preparazione delle vetture da competizione, mentre si avvicinava l’epoca delle GTA.
Carlo Chiti godeva infatti di grande considerazione e influenza nei confronti dei vertici Alfa Romeo per la sua creatività e genialità. L’attività dell’Autodelta/Udine diveniva sempre più intensa e le difficoltà logistiche iniziavano a pesare sull’efficienza del rapporto con Alfa Romeo. Quindi nel 1965 Chiti trasferì l’Autodelta in alcuni – anonimi – capannoni a Settimo Milanese,poco lontano da Arese. Chizzola decise invece di abbandonare l’impresa e continuò a gestire la concessionaria di famiglia a Udine. L’anno successivo, il 14 Gennaio 1966, l’Autodelta fu acquisita dall’Alfa Romeo e Chiti divenne Direttore Generale diquello che, a tutti gli effetti, venne trasformato in un reparto corse della Casa.

Dopo i successi con la gestione delle TZ, ed in seguito delle GTA, all’Autodelta venne affidato lo sviluppo anche della neonata Tipo 33, che nel 1975 e 1977 vincerà il Campionato Mondiale Marche. L’Autodelta si occuperà, in seguito, della gestione di tutti i programmi sportivi del Biscione, dal Trofeo Alfasud alla Formula 1. Saranno anni di successi, di speranze, di delusioni cocenti, ma comunque di grandi automobili, grandi sfide e veri campioni. Nel frattempo Autodelta era stata incaricata della costruzione di alcune versioni speciali, destinate ad una clientela di nicchia.



Prima fra tutte la piccola serie di 33 Stradale, ma anche le GTV e le Giulietta sovralimentate, battezzate “Turbodelta”. Nel 1984 i consueti problemi finanziari, politici e sindacali uniti alle pesanti delusioni della F1 e alle fasi di vendita dell’Alfa Romeo, impongono il cambiamento delle iniziative sportive della Casa. Carlo Chiti lascerà la società, due anni dopo l’Autodelta verrà sciolta e i capannoni di Settimo Milanese, come buona parte del personale, daranno vita alla nuova Alfa Corse. Foto di Sandro Bacchi e dei Soci RIAR Daniele Santarelli, Paolo Bellingardi, Armando Melocchi, Rodolfo Frausin.

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