Quadrifoglio: dal 1923 un simbolo della sportività Made in Italy
Costante ricerca dell'eccellenza applicata alle competizioni e trasferita poi in toto sulle vetture di produzione: è questa, in sintesi, la filosofia Alfa Romeo insita nel Quadrifoglio, il leggendario simbolo che dal 1923 identifica le più performanti realizzazioni firmate Alfa Romeo, non solo quelle impegnate sui circuiti da gara di tutto il mondo ma anche alcune versioni speciali di produzione.
La prima vettura Alfa Romeo ornata con il Quadrifoglio fu la "RL" di Ugo Sivocci che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923, conquistando così il primo dei dieci allori del marchio in questa prestigiosa competizione. E lo stesso emblema portafortuna risalta sulla "P2" di Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfa nel primo "Campionato Mondiale di corse automobilistiche", il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall'Alfa Romeo. Alla fine degli anni Venti è sempre il Quadrifoglio a distinguere in corsa le Alfa Romeo della casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla "Scuderia Ferrari", che aveva come emblema il cavallino rampante.
Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe "Nino" Farina e Juan Manuel Fangio portano le Alfa Romeo 158 e 159, le celebri "Alfetta", al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni Sessanta, poi, il Quadrifoglio caratterizza la versione "ready-to-race" della "Giulia", la "TI Super", per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell'Autodelta per diversi decenni: dalla "GTA" alla "33" fino ai due Campionati Mondiali della "33 TT 12" (1975) e della "33 SC 12" (1977). L'attività agonistica dell'Alfa Romeo continua negli anni Ottanta quando: dopo il rientro in F.1 nel 1980, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo ("GTV 6 2.5"), fino al trionfo nel "DTM" con la "155 V6 Ti" nel 1993 e la lunghissima serie di vittorie della "156 Superturismo" (1998-2004).
Anche le Alfa Romeo di normale produzione hanno avuto il Quadrifoglio: si tratta di modelli particolarmente performanti realizzati tra gli anni 60 agli anni 80. Alcuni recano il simbolo sulla carrozzeria, senza apparire nella denominazione ufficiale - come "Giulia Sprint GT Veloce" o "1750 GT Veloce" - altri invece, dagli anni Ottanta in avanti, portano il Quadrifoglio nella loro denominazione ufficiale, come ad esempio le diverse versioni della "33 Quadrifoglio Verde" o la "164 Quadrifoglio Verde".
Infine, il simbolo del Quadrifoglio ritorna sia al lancio di Mito (2008) e Giulietta (2010), sia quando nel 2014 vengono presentate le nuove Mito e Giulietta, due modelli che hanno saputo inserirsi nella tradizione delle migliori Alfa Romeo, raccogliendone l'eredità in termini di performance dinamiche, senza scendere a compromessi con l'efficienza, il rispetto ambientale e la comodità nell'uso quotidiano. E oggi il testimone passa alla nuova generazione Alfa Romeo, con i modelli Giulia e Stelvio, entrambi con il leggendario Quadrifoglio, che ne "certifica" le peculiarità straordinarie in termini di prestazioni, handling e rapporto peso/potenza ai vertici della categoria, caratterizzazioni esterne e interni specifici, motorizzazioni esclusive e sound Alfa Romeo. La leggenda del Quadrifoglio continua.
La prima vettura Alfa Romeo ornata con il Quadrifoglio fu la "RL" di Ugo Sivocci che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923, conquistando così il primo dei dieci allori del marchio in questa prestigiosa competizione. E lo stesso emblema portafortuna risalta sulla "P2" di Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfa nel primo "Campionato Mondiale di corse automobilistiche", il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall'Alfa Romeo. Alla fine degli anni Venti è sempre il Quadrifoglio a distinguere in corsa le Alfa Romeo della casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla "Scuderia Ferrari", che aveva come emblema il cavallino rampante.
Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe "Nino" Farina e Juan Manuel Fangio portano le Alfa Romeo 158 e 159, le celebri "Alfetta", al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni Sessanta, poi, il Quadrifoglio caratterizza la versione "ready-to-race" della "Giulia", la "TI Super", per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell'Autodelta per diversi decenni: dalla "GTA" alla "33" fino ai due Campionati Mondiali della "33 TT 12" (1975) e della "33 SC 12" (1977). L'attività agonistica dell'Alfa Romeo continua negli anni Ottanta quando: dopo il rientro in F.1 nel 1980, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo ("GTV 6 2.5"), fino al trionfo nel "DTM" con la "155 V6 Ti" nel 1993 e la lunghissima serie di vittorie della "156 Superturismo" (1998-2004).
Anche le Alfa Romeo di normale produzione hanno avuto il Quadrifoglio: si tratta di modelli particolarmente performanti realizzati tra gli anni 60 agli anni 80. Alcuni recano il simbolo sulla carrozzeria, senza apparire nella denominazione ufficiale - come "Giulia Sprint GT Veloce" o "1750 GT Veloce" - altri invece, dagli anni Ottanta in avanti, portano il Quadrifoglio nella loro denominazione ufficiale, come ad esempio le diverse versioni della "33 Quadrifoglio Verde" o la "164 Quadrifoglio Verde".
Infine, il simbolo del Quadrifoglio ritorna sia al lancio di Mito (2008) e Giulietta (2010), sia quando nel 2014 vengono presentate le nuove Mito e Giulietta, due modelli che hanno saputo inserirsi nella tradizione delle migliori Alfa Romeo, raccogliendone l'eredità in termini di performance dinamiche, senza scendere a compromessi con l'efficienza, il rispetto ambientale e la comodità nell'uso quotidiano. E oggi il testimone passa alla nuova generazione Alfa Romeo, con i modelli Giulia e Stelvio, entrambi con il leggendario Quadrifoglio, che ne "certifica" le peculiarità straordinarie in termini di prestazioni, handling e rapporto peso/potenza ai vertici della categoria, caratterizzazioni esterne e interni specifici, motorizzazioni esclusive e sound Alfa Romeo. La leggenda del Quadrifoglio continua.