1998: torna la fuoriserie, con un nome pieno di suggestioni: Nuvola


Nuvola. Si chiama così la "concept car" che domina lo stand Alfa Romeo al Salone di Parigi del 1998. Il prototipo propone non solo un'idea di stile, ma un modo diverso di costruire automobili: partendo da un telaio meccanizzato autoportante, come un tempo. Grazie a questa architettura, infatti, sulla stessa base si potranno realizzare differenti carrozzerie e offrire una risposta molto articolata al pubblico, che è sempre più attratto dai modelli di nicchia.

La prima soluzione stilistica è del Centro Stile Alfa Romeo e propone una vettura che suscita forti emozioni. Si tratta di un coupé estremo, a due posti secchi, slanciato e aggressivo.

È lungo 4286 mm e largo 1859 mm, ha un passo di 2600 mm e le carreggiate sono di 1577 mm l'anteriore e di 1602 la posteriore.

Le linee della carrozzeria hanno un andamento morbido che prende una consistenza più "nervosa" e "muscolare" sulle superfici dei parafanghi e delle fiancate.


Nell'insieme Nuvola propone qualche gradevole richiamo retrospettivo (dalla 8c 2900 alla 6c 2500 "Villa d'Este", dalla Giulietta Sprint Speciale alla 1900 Sprint) in una linea modernissima, dove la perfezione dei dettagli fa la differenza.

Come nel caso delle luci posteriori, sottili e orizzontali, che impiegano l'avveniristica tecnologia dei diodi luminosi, come i grandi pneumatici Michelin 235/40 ZR montati su cerchi da 18 pollici e con il battistrada scolpito con un disegno realizzato esclusivamente per Alfa Romeo, o ancora i paraurti inseriti nella carrozzeria (e quindi apparentemente inesistenti) che sottolineano la purezza della linea.

Il vero fascino della proposta, tuttavia, è il ritorno ad una struttura con telaio autoportante completo di meccanica. L'Alfa Romeo potrebbe omologare il proprio "châssis" e metterlo a disposizione dei carrozzieri, ai quali spetterebbe di rivestirlo con differenti carrozzerie. Autentiche vetture fuoriserie o di serie limitata, questi esemplari soddisferebbero la crescente richiesta di personalizzazione della vettura, dimostrata dal successo dei modelli di nicchia come coupé, spider, cabriolet, station wagon e monovolume.

Tra i maggiori vantaggi, la possibilità per gli stilisti di sbizzarrirsi nelle forme (coupé, coupé 2+2, sportwagon, cabriolet, spider, speedster) oltre che nell'uso di materiali diversi. Poi la facilità di omologazione delle vetture, grazie alla garanzie fornite su telaio e meccanica dalla Casa stessa (questo il motivo che in passato determinò la fine delle vetture in esemplare unico costruite su richiesta del cliente).

I modelli ritenuti più interessanti e in sintonia con lo spirito del Biscione, infine, potrebbero portare il marchio Alfa Romeo ed essere commercializzati attraverso la rete di vendita della Casa.

Ritorno al passato nell'impostazione non significa, ovviamente, riproporre il classico telaio a longheroni e traverse. Vuol dire scegliere un'impostazione che risale alle origini della storia dell'automobile, interpretandola alla luce delle opportunità offerte dalla tecnologia di oggi. Sotto la sportivissima carrozzeria proposta dai designer del Centro Stile Alfa Romeo, infatti, Nuvola nasconde un telaio "spaceframe" a struttura reticolare, progettato al computer e costruito saldando profilati di acciaio ad alta resistenza. La soluzione garantisce, insieme, grande leggerezza, alta rigidità torsionale, eccellente confort di marcia e massima protezione degli occupanti in caso d'urto. Questo tipo di struttura, inoltre, può essere costruito con tecnologie semplici e poco costose, come la saldatura a punti, e si presta ad essere facilmente modificato, con investimenti ridotti.

Nuvola, dunque, è qualcosa di più di una "concept car", di un esercizio stilistico. È un dimostratore tecnologico che consente di sperimentare la possibilità di rispondere in tempi brevi e a costi ragionevoli alle mutevoli richieste del mercato in tema di vettura di nicchia e di fuoriserie. È l'ideale capostipite di una nuova generazione di vetture sportive a tiratura limitata, che potrebbero essere anche molto diverse tra loro. Non a caso il modello è stato progettato, con gli stessi metodi di lavoro e le medesime tecniche impiegate nello sviluppo della auto di serie.

Post più popolari