La famosa Tipo P2 vincitrice della Targa Florio 1930 donata al Museo di Torino


La P2 (telaio n° 40015 – Motore n° 3632) con cui Varzi vinse l’epica Targa Florio del 1930 è quella modificata e conservata oggi al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, forse meno bella rispetto all’esemplare in livrea originale del Museo di Arese (pare ex Ascari) ma sicuramente più gloriosa. La P2 del Museo torinese ha una grande storia. E’ innanzitutto quella con cui Campari vinse a Lione nel ’24 e che egli usò in seguito, ottenendo vari successi, dopo averla acquistata dall’Alfa nel 1925, lasciandola sempre in forma originale, pur con qualche aggiornamento, fino al 1928, anno in cui si ritirò (solo per poco, però!) perché voleva mettersi a fare il cantante d’opera.

La vendette per 75.000 lire a Varzi, che desiderava una vettura più potente della sua Bugatti con cui aveva iniziato a correre in auto dalle moto, aiutato con un prestito proprio dall’agente motociclistico della Sunbeam. Questa vettura corse ancora a Monza guidata sia da Varzi che dallo stesso Campari, il quale non aveva naturalmente mantenuto l’impegno e la decisione di fare il cantante, magari insieme alla moglie che era soprano. Con essa l’Achill ci corse anche per tutto il 1929 vincendo assai spesso ed infine, con il patto però di usarla per quella che poi fu la sua gloriosa e leggendaria Targa Florio (1930), Varzi la rivendette alla Casa che le apportò le citate modifiche ancora oggi visibili.

La vettura restò al Portello per molto tempo, mentre l’Alfa Romeo non si risparmiava nelle donazioni al museo che Carlo Biscaretti di Ruffia stava costituendo a Torino. Fra queste, vi era anche un bell’esemplare di Gran Premio Tipo B, la famosa P3, mentre entrambe le versioni della P2 erano ancora in azienda. Proprio per completare la collezione, Luigi Fusi chiese quindi al Museo torinese di poter effettuare uno scambio: la P3 sarebbe tornata a Milano, in cambio di una “altrettanto importante” P2, di cui l’Alfa Romeo “possiede due esemplari”.

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