Mostra d’arte “An Italian Creation", che successo al museo Alfa Romeo
Alfa Romeo come un’opera d’arte, che resiste alle mode ed è l’espressione del gusto e della creatività italiane. Ed è propria una mostra d’arte, dal titolo “An Italian Creation”, ad accompagnare la presentazione mondiale della nuova Giulia, espressione della creatività e della tradizione Alfa Romeo.
Chi ha visitato il Museo Storico Alfa Romeo di Arese - che ha riaperto al pubblico il 30 giugno dopo un importante intervento di ristrutturazione e riallestimento – ha potuto ammirare, in una sala del Centro Direzionale, un dipinto di Antonello da Messina e alcuni preziosi codici miniati del XV° secolo.
Opere che provengono da due istituzioni culturali torinesi, Palazzo Madama e Biblioteca Reale, e rendono omaggio alla città di Milano dove 105 anni fa nasceva uno dei marchi più famosi del panorama mondiale. Il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina (1430-1479) è una delle opere più celebri della storia dell’arte. Il soggetto è un uomo posto in diagonale nello spazio, la testa lievemente ruotata mentre lo sguardo punta verso l’osservatore con un sorriso enigmatico e un’espressione intensa, quasi di sfida, che conferiscono fascino e mistero alla tavola. Realizzato nel 1476, il piccolo dipinto (cm 37,4 x 29,5), già nella Collezione Trivulzio a Milano, è un capolavoro che sorprende ancora oggi per la modernità di linguaggio e profondità di esecuzione. L’uomo è al centro di tutto, con la sua genialità artistica e la sua forza innovatrice.
Ed è proprio per questa caratteristica che l’opera è stata scelta per accompagnare il debutto dell’Alfa Romeo Giulia, massima espressione della “meccanica delle emozioni” che racchiude in sé oltre un secolo di eccellenza stilistica e tecnologica made in Italy. Una vera “opera d’arte in movimento” con cui il marchio ritorna a essere ambasciatore del migliore stile e spirito creativo dell’Italia. Su concessione del ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l’eccezionale esposizione ad Arese si compone anche di tre preziosi codici legati alle famiglie Visconti e Sforza, provenienti dalla Biblioteca Reale di Torino. I tre manoscritti del ‘400, ornati da preziose miniature, sono particolarmente significativi in quanto riproducono lo stemma dei Visconti, duchi di Milano, quel serpente ondeggiante che campeggia nel marchio dell’Alfa Romeo, conosciuta dagli appassionati di tutto il mondo come "la casa del biscione". Secondo la leggenda, il simbolo rappresenta la soppressione, da parte di Umberto Visconti, del feroce drago Tarantasio che faceva strage tra la popolazione di Milano. Per la storia, invece, il simbolo risale alla seconda Crociata, quando Ottone Visconti sconfisse il saraceno Voluce che aveva per insegna proprio un serpente intento a divorare un uomo. Tre i codici Visconti Sforza esposti al Museo Alfa Romeo di Arese: il primo è quello di Francesco Filelfo, In Rhetoricam ad Herennium commentaria del 1467.
Conosciuto come Codice Sforza, il manoscritto è un’esercitazione scolastica scritta a Cremona da Ludovico Maria Sforza, all’epoca quindicenne, a dimostrazione delle capacità acquisite come allievo di Francesco Filelfo. Il secondo codice è il Libro d’ore secondo l’uso di Roma (secolo XV), esemplare unico, scritto a pagina intera in caratteri gotici. Presenta nove iniziali miniate in oro su fondo blu o rosso, incorniciate da fregi floreali composti da rametti e fiori di scuola franco-fiamminga attribuite a Jacques Coen di Bruges, artista che lavorò al Duomo di Milano alla fine del Trecento. L’omaggio alla città di Milano, e alla proprietaria del Libro d’Ore, si ritrova in una miniatura del codice che, nel margine inferiore, raffigura un serpente ondeggiante che divora un bambino nudo, lo stemma dei Visconti sin dal XI secolo. Terzo e ultimo codice, l’Ufficio della Croce e dello Spirito Santo (1490-1505). In origine più lungo e successivamente diviso in più volumi, è un manoscritto allestito per Ippolita Sforza, figlia di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. Il testo, che ha legatura in pelle rossa e ricchi fregi in oro e losanga di pelle verde al centro, è composto da iniziali miniate in oro su fondo blu e contiene il Calendario, l’inizio del Vangelo di San Giovanni e gli Offici della Croce e dello Spirito Santo. A partire dal 30 giugno, il Museo Storico Alfa Romeo di Arese è aperto al pubblico tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle ore 10 alle ore 18, con prolungamento orario fino alle ore 22 il giovedì. In mostra le automobili più significative, in un percorso attraverso i 105 anni di storia della casa automobilistica.
Chi ha visitato il Museo Storico Alfa Romeo di Arese - che ha riaperto al pubblico il 30 giugno dopo un importante intervento di ristrutturazione e riallestimento – ha potuto ammirare, in una sala del Centro Direzionale, un dipinto di Antonello da Messina e alcuni preziosi codici miniati del XV° secolo.
Opere che provengono da due istituzioni culturali torinesi, Palazzo Madama e Biblioteca Reale, e rendono omaggio alla città di Milano dove 105 anni fa nasceva uno dei marchi più famosi del panorama mondiale. Il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina (1430-1479) è una delle opere più celebri della storia dell’arte. Il soggetto è un uomo posto in diagonale nello spazio, la testa lievemente ruotata mentre lo sguardo punta verso l’osservatore con un sorriso enigmatico e un’espressione intensa, quasi di sfida, che conferiscono fascino e mistero alla tavola. Realizzato nel 1476, il piccolo dipinto (cm 37,4 x 29,5), già nella Collezione Trivulzio a Milano, è un capolavoro che sorprende ancora oggi per la modernità di linguaggio e profondità di esecuzione. L’uomo è al centro di tutto, con la sua genialità artistica e la sua forza innovatrice.
Ed è proprio per questa caratteristica che l’opera è stata scelta per accompagnare il debutto dell’Alfa Romeo Giulia, massima espressione della “meccanica delle emozioni” che racchiude in sé oltre un secolo di eccellenza stilistica e tecnologica made in Italy. Una vera “opera d’arte in movimento” con cui il marchio ritorna a essere ambasciatore del migliore stile e spirito creativo dell’Italia. Su concessione del ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l’eccezionale esposizione ad Arese si compone anche di tre preziosi codici legati alle famiglie Visconti e Sforza, provenienti dalla Biblioteca Reale di Torino. I tre manoscritti del ‘400, ornati da preziose miniature, sono particolarmente significativi in quanto riproducono lo stemma dei Visconti, duchi di Milano, quel serpente ondeggiante che campeggia nel marchio dell’Alfa Romeo, conosciuta dagli appassionati di tutto il mondo come "la casa del biscione". Secondo la leggenda, il simbolo rappresenta la soppressione, da parte di Umberto Visconti, del feroce drago Tarantasio che faceva strage tra la popolazione di Milano. Per la storia, invece, il simbolo risale alla seconda Crociata, quando Ottone Visconti sconfisse il saraceno Voluce che aveva per insegna proprio un serpente intento a divorare un uomo. Tre i codici Visconti Sforza esposti al Museo Alfa Romeo di Arese: il primo è quello di Francesco Filelfo, In Rhetoricam ad Herennium commentaria del 1467.
Conosciuto come Codice Sforza, il manoscritto è un’esercitazione scolastica scritta a Cremona da Ludovico Maria Sforza, all’epoca quindicenne, a dimostrazione delle capacità acquisite come allievo di Francesco Filelfo. Il secondo codice è il Libro d’ore secondo l’uso di Roma (secolo XV), esemplare unico, scritto a pagina intera in caratteri gotici. Presenta nove iniziali miniate in oro su fondo blu o rosso, incorniciate da fregi floreali composti da rametti e fiori di scuola franco-fiamminga attribuite a Jacques Coen di Bruges, artista che lavorò al Duomo di Milano alla fine del Trecento. L’omaggio alla città di Milano, e alla proprietaria del Libro d’Ore, si ritrova in una miniatura del codice che, nel margine inferiore, raffigura un serpente ondeggiante che divora un bambino nudo, lo stemma dei Visconti sin dal XI secolo. Terzo e ultimo codice, l’Ufficio della Croce e dello Spirito Santo (1490-1505). In origine più lungo e successivamente diviso in più volumi, è un manoscritto allestito per Ippolita Sforza, figlia di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. Il testo, che ha legatura in pelle rossa e ricchi fregi in oro e losanga di pelle verde al centro, è composto da iniziali miniate in oro su fondo blu e contiene il Calendario, l’inizio del Vangelo di San Giovanni e gli Offici della Croce e dello Spirito Santo. A partire dal 30 giugno, il Museo Storico Alfa Romeo di Arese è aperto al pubblico tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle ore 10 alle ore 18, con prolungamento orario fino alle ore 22 il giovedì. In mostra le automobili più significative, in un percorso attraverso i 105 anni di storia della casa automobilistica.